La Bianchina

La Bianchina

2 Maggio 2020 0 Di Aldo Ballerini

Ho tre anni, è il 1960, inizia il boom economico. Guido l’Autobianchi Bianchina di mio papà, era bianca, modello Panoramica, me la ricordo ancora perché l’abbiamo tenuta per un bel po’ di anni. 

Panoramica era la versione “giardinetta”, adesso si dice station wagon, roba di lusso, e infatti la nostra Bianchina aveva le code, le cromature, cose così, che la facevano molto meglio della proletaria cinquecento. Poi c’era la versione coupé, quella di Fantozzi, e addirittura anche la cabriolet. 

Allora la Bianchina mi sembrava un’auto vera, del resto ero alto 63 cm, ma se la vedi oggi ti chiedi ma come facevamo a entrare in quella macchinina? 

Anni fa ho incontrato un gruppo di americani della base Nato di Rimini, avevano trovato una Panoramica e siccome quei ngroni erano alti due metri (quelli bassi) avevano tolto il sedile davanti e la guidavano seduti dietro con la testa che usciva dal tetto panoramico E ridevano, ridevano, non si capacitavano, come poteva esistere un’auto così? Del resto le loro Cadillac più piccole erano sei volte le nostre Fiat millecinque, figurati una minibianchina, che stava nel bagagliaio.

Con quella macchinina mi ricordo i viaggi, anzi, il viaggio: Pesaro-Bolzano. I nonni stavano lassù e nelle feste partivamo per la spedizione. Io ero gracilino (come adesso), il dottore ha detto l’aria di montagna ti fa bene e allora via, tutti a Bozen con la Biankinen Panoramiken. Jawohl!

Oggi i quattrocentoepassa chilometri si fanno in tre ore e non t’accorgi nemmeno, arrivi, due chiacchiere, mangi e torni pure a casa. Allora con la Bianchina Panoramica era un’impresa. Nel ’60 non c’era l’autostrada, la Pesaro-Bologna-Modena-Brennero era nei sogni, nella realtà quando andava bene c’erano le statali con gli incroci, i semafori, le file, anche i passaggi a livello, e poi tutti i 17 CV del bicilindrico pronti a scatenarsi sui rettilinei.

Si partiva alla mattina presto, si arrivava di sera tardi. Prima si chiamava su: nonna, prepara il brodino, arriviamo. Si arrivava come malati, girava la testa, fischiavano le orecchie, due piani a piedi che ci pareva di vedere Bonatti sorridere dal pianerottolo. Poi il brodino con i boboli (delle palline di pane), i crauti e via a letto per riprenderci. 

Mi mancano mia mamma, mio papà, il nonno, la nonna, il brodino con i boboli. La Bianchina Panoramica no, quell’inconsapevole felicità sì.

Io da piccolino sulla Bianchina di papà